Auladell e Albo: la smisurata inquietudine dell’uomo ibrido
Colori pastello, una tinta sobria e pure cupa, questa la cifra stilistica dell’illustratore autodidatta Pablo Auladell che, con le tavole di Alas y Olas, restituisce un immaginario evocativo, clamoroso, al racconto dai toni leggendari di Pablo Albo.
Per ottenere quelle ali, la condizione era chiara: “Non userai mai il potere del volo per conoscere l’intimità degli altri”. Lui acconsentì. Ed era stato sincero nel mentire, quando ha detto che avrebbe obbedito. […]
Per anni ha dimenticato la sua terra, e ha volato tra gli uccelli. Il suo corpo non conosceva la vecchiaia, ma nemmeno il piacere. Né rughe né abbracci, quella era la vita nell’aria. E così fu.
Alas y Olas, Ali e Onde, (Barbara Fiore Editora, 2011) è un racconto che mette in discussione tutti i nostri limiti terreni, lo fa attraverso la delicata prosa lirica di Albo e la potenza espressiva – malinconica – del gesto corposo, privo di qualsiasi mollezza, di Auladell, raggiungendo quell’equilibrio alchemico che rende un albo illustrato un oggetto d’arte prezioso, non solo per i piccini.
Un racconto, seppur breve, che si ispira ad un’antica storia eschimese e che vede protagoniste due creature ibride e il loro continuo riconoscersi. Una vicenda, questa loro, magistralmente illustrata dalle tavole misteriose e pure fascinose di Auladell. Non c’è un uso ornamentale del colore qui, ma la forza espressiva delle velature di acrilico e carboncino, combinate con la pulizia di una grafite sottile, come solo gli studi di Picasso, e pure spezzata alla maniera gestuale e scabra di Schiele, che nell’insieme conferiscono armonia a delle illustrazioni capaci di scuotere la coscienza e far riscoprire – in queste pagine – la smisurata inquietudine dell’uomo ibrido. Quell’umano che un po’ caratterizza ciascuno di noi, un umano che quanto più si vuole liberare dai limiti che la sua natura gli impone così da alzarsi in volo, tanto più finisce per inabissarsi:
Lui, nonostante ci provasse, non riusciva a smettere di guardarla o di chiedersi come sopportasse, nelle notti di mare, quella solitudine che le appariva negli occhi e che era identica alla solitudine dei suoi anni vissuti nell’aria. Spinto dalla curiosità, pensò che mostrarsi nella tempesta gli avrebbe concesso un breve sguardo nell’intimità della donna. E mentre lei dormiva, lui sporse i suoi occhi dall’oblò della cabina, proprio in quel momento la sua bocca voleva sbirciare in quella di lei perché dentro quella donna sembrava ruggire un mare che lo chiamava. Ma venne scoperto contravvenendo ai mandati della sua essenza di uomo alato: “Non userai mai la facoltà del volo per sapere cosa nasconde l’intimità dello sguardo altrui”. Sebbene avesse cercato di nascondersi tra le nuvole, fu scovato e privato delle ali in volo, così cadde in mare.
Un nuovo Icaro, l’uomo dei due Pablo, ora non più affascinato dal volo ma di nuovo preda di quel carnale, di quel mistero umanissimo rappresentato dalla donna, quella – estranea – capace di provare il suo medesimo dolore, quella temibile solitudine, identica al suo esilio in volo.
Ed ecco rivelarsi la domanda tanto urgente in ogni pagina di questo albo: Fino a che punto siamo capaci di celare l’umano che è in noi? E quanto siamo umani anche se non lo sappiamo, anche se non lo sembriamo, anche se non ce ne rendiamo conto? Mi stringo nell’inquietudine e davanti agli occhi l’immaginario ipnotico concepito da Auladell sa accompagnare in un viaggio di andata e ritorno tra le pagine di un albo in cui volti che paiono provenire da una qualche iconografia sacra abitano quella dimensione onirica tanto cara a Chagall.
Succede che alla fine l’uomo e la donna si ritrovano, abbandonando ognuno dei due il proprio elemento, ma non del tutto. No, perché quando lei avvicina la sua bocca a quella dell’uomo, gli porta un po’ dell’umidità salata che custodisce del mare. E quando l’uomo accosta le labbra alle sue, lascia passare un po’ d’aria tra di loro. Acqua salata per la sete e l’aria in cui lui ha volato: in fondo, la materia di cui sono fatti tutti i baci.
Alessia Iuliano
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Pablo Auladell è illustratore e fumettista. Nei suoi trent’anni di pubblicazioni ha rivisitato i classici e illustrato testi contemporanei sviluppando un proprio territorio narrativo. Il suo lavoro è stato riconosciuto con il Premio del Ministero della Cultura per le migliori illustrazioni di libri per bambini e ragazzi nel 2005 e il Premio per l’Apocalisse Autore al Saló del Cómic de Barcelona di 2006 per La Torre Blanca (ed. De Ponent), tra gli altri premi. Auladell è docente al Master Ars in Fabula e alla Summer School AIF di Macerata (Italia). Alas y Olas, al momento ancora non pubblicato nell’edizione italiana, ha ottenuto il Premio Edizione Nazionale dal Ministero della Cultura, 2012. Secondo premio. Categoria di libri per bambini.
Pablo Albo è scrittore e cantastorie, ha pubblicato più di 40 libri e ha raccontato fiabe a diversi festival di storytelling a Cuba e in Spagna, Svizzera, Italia, Grecia, Australia, Brasile, Messico, Venezuela, Belgio e Francia. I suoi libri sono stati tradotti in inglese, tedesco, francese, italiano e portoghese. Gli è stato conferito due volte il prestigioso premio spagnolo Lazarillo e tre dei suoi libri sono stati inseriti nella selezione The White Ravens.
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Nota comparsa per la prima volta su Pangea